Gela, importante porto commerciale
Sono tre le navi conosciute che giacciono sui fondali sabbiosi della costa gelese, in contrada Bulala. Uno a pochi metri dall’altro e tutti databili tra le fine del VI inizi del V secolo a. C, denominate GELA 1, GELA 2 e GELA 3. Delle tre imbarcazioni greche, solo la Gela 1 con il suo carico è stata recuperata, le altre due giacciono sul fondale nascondendo chissà quali altri tesori.
I vasi attici a figure nere e rosse, le arule e le anfore da trasporto ritrovate, attestano che Gela era al centro delle rotte commerciali del Mediterraneo, un vero e proprio porto internazionale dell’antichità.
La storia della città di Gela ha avuto inizio proprio dal mare: da qui arrivarono i primi colonizzatori Rodio-Cretesi, da qui ebbe inizio la gloria dei gheloi.
Ma l’antica Gela aveva un porto ?
Le fonti non parlano di nessun porto commerciale, ma solo di luoghi di approdo, come confermano una serie di dati di scavo e le prospezioni topografiche effettuate nel tratto di costa compreso tra la foce del fiume Gela e il Gattano.
E’ dunque possibile pensare alle foci dei fiumi come veri e propri ripari e approdi per le navi considerata la grande quantità di merci importate ed esportate ? Sembrerebbe di si.
In età arcaica l’approdo doveva trovarsi nel tratto di costa ad ovest del fiume Gela: a Bosco Littorio, ai piedi della collina sulla quale era sorta l’acropoli della città greca, le ricerche archeologiche hanno riportato alla luce i resti di un insediamento abitativo con ambienti in mattoni crudi, spesso conservati fino all’imposta delle travi di copertura.
La vicinanza dell’insediamento alla fascia costiera ed il materiale ritrovato suggeriscono la sua identificazione con un emporium, in uso tra il VII e il V sec. a.C..
L’ipotesi di localizzazione dell’approdo di età arcaica e classica proprio in questo punto della costa è avvalorata dalla scoperta della nave greca, che è stata ritrovata nel tratto di mare ad esso antistante.
Per ciò che concerne l’età ellenistica (340a.C.-282 a.C.) sembrano esserci dati più certi: una struttura muraria in blocchi di arenaria, che si protende per circa 100 metri in mare è stata individuata ad est della banchina dell’attuale “Porto Rifugio”, ai piedi della collina di Capo Soprano, la quale fu occupata a scopi abitativi agli inizi del IV sec. a.C., tale struttura è da identificarsi probabilmente con un molo.