Il gioco della pentolaccia: una tradizione che si rinnova per San Giuseppe lavoratore
Il mese di maggio a Gela, si apre con una festa per San Giuseppe lavoratore.
La festa di San Giuseppe infatti, si divide in due momenti. Nel mese di marzo si organizzano le” tavole” per le cene offerte ai poveri. A maggio invece, si svolge un’altra festività dedicata allo stesso santo e molto sentita: “u iocu do iaddruzzu” (gioco del galletto o della pentolaccia) che un tempo consisteva nel far rompere un vaso di terracotta con un lungo bastone, da un povero della città. Il vaso, fatto traballare, conteneva un gallo vivo, appeso a una corda. Solo colui che riusciva a rompere il vaso, spettava il gallo vivo come ricompensa. Oggi al posto del gallo vengono posti un pupazzo e altri doni.
Con questi festeggiamenti la popolazione torna a scoprire le tradizioni storico-popolari.
La prima settimana di maggio sono molti gli appuntamenti dedicati a San Giuseppe lavoratore nella Chiesa Sant’Agostino.
Dal 1 al 4 maggio ci saranno momenti di preghiera nelle aziende gelesi con i lavoratori.
Il culmine dei festeggiamenti si avranno Domenica 5 maggio con numerose Sante Messe, poi “l’asta” alle ore 9,30 in Piazza Sant’Agostino.
Alle ore 16:00 si terrà il tradizionale gioco della pentolaccia “u jocu do jadduzzu” e alle ore 18:30 inizierà la processione del simulacro di san Giuseppe, recentemente restaurato, che percorrerà il tradizionale itinerario. Al rientro della processione, a chiusura dell’evento, seguiranno i giochi pirotecnici.
Di seguito le parole di Don Lino, rettore della Chiesa S. Agostino: “Si rinnova la tradizionale festa di San Giuseppe che la città di Gela vive sia a marzo che la prima domenica di maggio, un momento forte per tutti noi che ricorriamo al grande Santo della Provvidenza, l’unico che ha avuto la possibilità di salvaguardare come padre Gesù e custodire Maria. Penso che, questo momento sia uno dei più belli che la nostra città annualmente viva, perché fede, tradizione e folklore si uniscono intrinsecamente, per sfociare non a uno sterile devozionismo ma alla solidarietà verso coloro che hanno perso il lavoro e sperano in delle immediate soluzioni e verso i poveri aiutati attraverso la raccolta dei due momenti folkloristici della festa: l’asta e il gioco della pentolaccia”.