La leggenda del lago Biviere
Un ricco possidente di Manfria aveva molti figli tra i quali spiccava una giovane fanciulla bionda dall’aspetto esile e con occhi azzurri.
Era di una bellezza come poche se ne vedevano in terra siciliana.
Non molto lontano, viveva un’altra famiglia dedita alla pastorizia.
Un giorno la bella fanciulla sentí dalla finestra una dolce melodia provenire dalla campagna e vi scorse un bel giovanotto che faceva pascolare il suo gregge e suonava con lo zufolo.
La fanciulla scese di corsa per incontrarlo e farsi dire il nome di quella musica ma il contadino le rispose che lui suonava semplicemente quello che il suo cuore gli dettava. I due si strinsero la mano per salutarsi prima di tornare a casa e in quel frangente in cui le loro mani si sfiorarono, sentirono una strana sensazione che li fece arrossire.
Ogni giorno che passava, la fanciulla usciva di casa per incontrarlo e poter ascoltare la sua musica fino a che i due si innamorarono perdutamente l’uno dell’altra.
Un giorno il padre di lei, fece ritorno a casa prima del previsto e li sorprese insieme. L’ira del padre, che mal vedeva il legame della figlia con un semplice pastorello, fu tale che decise di imprigionarli nella fossa sotterranea dove di solito tenevano il frumento, con solo pane e acqua. I due non riuscivano a fare a meno l’uno dell’altra e perciò il padre decise di mandare dei malfattori nella casa del giovane pastore per uccidere tutta la sua famiglia ma questi uccisero solo i genitori mentre i figli riuscirono a fuggire e a trovare riparo presso la contrada Mignechi, tra i canneti. Purtroppo peró furono poi trovati e uccisi.
L’uccisione fu talmente crudele che perfino gli Angeli irruppero in un pianto a dirotto fino a far nascere un grande lago con le loro lacrime. Dal sangue di quei due giovani innocenti e dalle lacrime degli Angeli nacquero delle bellissime piante. Quel luogo fu chiamato” Biviere” dal latino “Vivarium” ossia vivaio.
Da quel giorno tante specie animali sono attratti dalla bellezza di quel lago e qui vi si rifugiano poiché si sentono sicuri e protetti.