Fuori le Mura, l’arteterapia per il riscatto sociale dei detenuti e dei messi alla prova
Un’opera come simbolo di reinserimento e di riscatto sociale per i detenuti e per chi ha delle piccole pene da scontare pur in libertà. Si tratta del progetto “Fuori le Mura” finanziato da Fondazione con il Sud con capofila la cooperativa Prospettiva Futuro in collaborazione con l’Ufficio di Esecuzione Penale Estarna (UEPE). I soggetti coinvolti hanno partecipato a dei lavori di arte sotto la guida dell’artista Luigi Giocolano e dello psicologo e arteterapeuta Giovanni Quadrio. Insieme hanno creato un grande mosaico raffigurante la testa di una gorgone utilizzando esclusivamente materiali di riciclo. L’opera è stata esposta al circolo ARCI – Le Nuvole nel corso di una conferenza intitolata “Al centro del riscatto.”
Questa prima realizzazione ha coinvolto direttamente i detenuti della Casa Circondariale della città. I soggetti della messa alla prova stanno, invece, lavorando all’interno dei locali dell’ARCI alla creazione di un’opera analoga raffigurante la testa di Sileno. Le due opere verranno poi installate all’interno di due punti della città da concordare con l’amministrazione comunale. Giustizia, impegno sociale, sostenibilità e decoro urbano sono i punti chiave del progetto. “Volendo fare un parallelismo con i detenuti in generale, l’opera è stata realizzata con materiale riciclabile, da soggetti che a loro volta devono ‘riciclarsi’ e dopo essere esposti alla visibilità di tutti. – ha detto Cesira Rinaldi, Direttrice della Casa Circondariale – L’opera dà quindi significato alla restituzione alla società di chi l’ha realizzata. Non vediamo l’ora di rivedere quest’opera all’esterno.”
“Il pannello è stato realizzato in 50 ore nel corso dell’estate. – afferma Luigi Giocolano – I ragazzi erano molto presi e c’era molta sintonia tra loro. Erano talmente entusiasti di quello che stavano facendo al punto che mi hanno chiesto se l’attività sarebbe ripresa una volta terminata l’opera.”
Tutto ciò rientra in un progetto molto più ampio, che mira al reinserimento socio-lavorativo dei detenuti. Grazie all’impegno preso con l’azienda Dusty, 60 di questi soggetti possono partecipare a dei tirocini retribuiti mentre per 50 di questi sono previste delle assunzioni. Oltre al carcere di Gerla, il progetto ingloba quelli di Catania “Piazza Lanza”, Barcellona Pozzo di Gotto, San Cataldo, e l’istituto penale per i minorenni etneo e anche gli UEPE di Messina, Catania, Caltanissetta-Enna e Palermo con l’apporto dell’Ufficio del Garante dei Diritti dei Detenuti della Regione Sicilia.