Cene di San Giuseppe
La Cena di San Giuseppe in città è una ricorrenza molto importante per le famiglie gelesi.
Festa celebrata il 19 marzo, questo Santo è il patrono della famiglia, dei poveri e dei bisognosi.
Solitamente è preparata da fedeli per devozione o da chi vuol ringraziare Gesù Cristo per una Grazia ricevuta, preparando delle grandi tavolate (le cosiddette Cene), offrendo cibo a gente bisognosa e povera del quartiere che rappresenteranno proprio Gesù, Giuseppe e Maria.
Già dai primi di gennaio cominciano i preparativi: si gira casa per casa andando a chiedere offerte, il cui ricavato servirà per comprare gli alimenti necessari per “apparecchiare” le grandi tavole.
Poi, qualche settimana prima del 19, parenti amici ed il vicinato si impegnano ad allestire le tavolate, cominciando dal montare l’impalcatura di legno che formerà dei gradini, da 5 a 7, tutti rivestiti da bianche tovaglie di lino decorate e ricamate, poi fiori e decorazioni variopinte.
Sullo sfondo, fa da cornice un lenzuolo bianco.
All’apice dell’altare viene posto un quadro rappresentante la Sacra Famiglia.
Negli altri scalini sono riposti doni e pietanze semplici che al termine della festa, saranno offerte alla Sacra Famiglia.
I doni più caratteristici e simbolici delle tavolate sono certamente” i “pani i San Giuseppe”.
Questi sono lavorati con grande maestrìa, cura e attenzione e se ne trovano in tantissime forme, ognuna delle quali ha un significato simbolico- religioso:
– le forme di bastone, serra, martello e la scala, rappresentano gli arnesi di lavoro di San Giuseppe;
– Il cuore, la luna, la stella e la palma sono dedicati alla Vergine Maria;
– il galletto, la mano, il sole, la croce, e il cestino sono invece dedicati a Gesù Bambino.
Ma troviamo anche piatti caratteristici come “baccalà”, “polpette di riso “frutta e verdure che simboleggiano l’arrivo della primavera ;“frittate agli asparagi”, uva passa, vari tipi di biscotti e dolci come “torrone”,”cicirieddi”,”mastazzola”, “ pignulata” “ cannoli” “ sfinci”; primizie ortaggi e fiori profumati.
Ecco che è così pronto “a tavulata di li vicchiareddi “ o dei “ povereddi”: una meraviglioso quadro colorato e decorato abilmente.
Per segnalare alla gente che in quel quartiere è stata allestita una tavolata per S. Giuseppe, sono riposte delle palme (da sempre simbolo di pace) esterne all’abitazione che ospita la Cena ma anche nei dintorni della zona.
Le cene sono visitabili da mezzogiorno del 18 marzo, si riceveranno ceci, fave o pane in segno d’abbondanza. In serata ci saranno canti e balli in strada.
Nella notte si recitano delle tradizionali preghiere fino ad aspettare “la palummeddra” intorno la mezzanotte, che simboleggia nella tradizione gelese lo Spirito Santo, benedicendo la cena.
Il giorno di San Giuseppe, dopo aver partecipato alla Messa nella Chiesa di Sant’Agostino (conosciuta come Chiesa di San Giuseppe), i tre personaggi che rappresentano Giuseppe, Maria e Gesù, verranno portati dalla famiglia devota alla cena.
Qui, a mezzogiorno la famiglia bisognosa busserà davanti la porta della Cena per tre volte.
Le prime due volte Giuseppe bussa alla porta, chiede ospitalità ma nessuno gli aprirà.
La terza volta, la porta si aprirà con un applauso e un grido: “ Viva Gesù Giuseppe e Maria”.
A questo punto la sacra famiglia entra e potrà mangiare tutto ciò che gli viene offerto: pasta fatta in casa con legumi, pesce fritto, uovo sodo, frutta e dolce.
Infine tutti i prodotti della cena e i soldi raccolti vengono distribuiti alle tre persone bisognose.
Ai fedeli che partecipano viene offerta una tradizionale pasta con i legumi o altro cibo per ringraziare tutti della collaborazione data.
Si ringrazia la pagina facebook ”Gela mille colori “ per le foto
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