Gela, tesori dal passato
RIAFFIORANO TOMBE, MURA E UNA LEKYTHOS ELLENISTICA SFUGGITA AI TOMBAROLI
Ancora una volta, Gela è una terra che custodisce tesori inestimabili, svelando poco alla volta e fortuitamente il suo glorioso passato.
Gli scavi idrologici di Caltaqua, eseguiti in via Genova nell’ultimo mese, hanno portato alla luce l’antica necropoli greca: un gruppo di tombe appartenenti ad un unico nucleo familiare e risalente a 2500 anni fa.
Proprio durante gli scavi eseguiti sotto il controllo della Soprintendenza di Caltanissetta guidata dall’arch. Enzo Caruso, nell’area della sesta tomba, un ultimo ritrovamento inaspettato: una lekythos greca anch’essa del V secolo a.C, di pregiata fattura, completamente integra.
Il sito in cui sorge la tomba numero 6, era stata già depredata in passato dai tombaroli che però non si erano accorti che sotto vi era un’altra sepoltura in cui era nascosto questo prezioso reperto oggi a noi pervenuto.
Si tratta di un vaso funerario allungato, dal collo stretto a figure rosse su fondo nero, con una sola ansa che ritrae la scena del culto dionisiaco: una menade, cioè una donna che invasata dalla divinità dell’ebrezza, durante la cerimonia religiosa, porta un calice di vino al dio Dioniso di cui è seguace.
I Geloi più benestanti erano soliti far arrivare direttamente da Atene i vasi funerari perciò questo ritrovamento conferma che la necropoli di via Genova apparteneva a ricchi cittadini.
Solo pochi giorni fa, i lavori di sostituzione della rete idrica eseguiti in diversi punti della città, hanno fatto riemergere altresì, resti di strutture murarie e di tombe medievali, in via Bresmes, tra il sagrato della Chiesa Madre e piazza Umberto I.
Da alcuni studi condotti, il muro trasversale pare dividesse il centro storico in due zone, fino al 600: Terravecchia (da piazza Umberto I fino a via Matteotti) e Terranuova (dalla Chiesa Madre al Calvario). Eccezionali scoperte di grande rilievo storico- archeologico, testimonianze che fanno presumere la stratificazione di insediamenti che si sono susseguiti nel centro storico: da quelli greci a quelli federiciani di epoca medievale, fino ai nostri tempi.
E ancora, ulteriori scoperte: resti di mura di una “polis” ellenistica nel quartiere Caposoprano (in via Europa, via Francia e via Achille Grandi) e in via Amiata invece, utensili da cucina come vasi in vernice nera, anforette, pentole e brocche.
Sono questi alcuni doni del passato che continuano ad arricchire il nostro patrimonio storico e archeologico: Gela ne farà tesoro per un futuro migliore?
Si ringraziano per le foto la redazione di accentonews.it e l’Archeologo Salvatore Collura