In ricordo di Gaetano Giordano, emblema di legalità e coraggio.

10 novembre 2021
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Era il 10 novembre del 1992 quando il commerciante Gaetano Giordano fu crudelmente ucciso per avere inseguito i valori della giustizia.  L’imprenditore gelese era proprietario di tre profumerie in città – due sul corso e una nel quartiere di Caposoprano – quando fu vittima di minacce e tentativi di estorsione.

Nel 1989, lui ed altri negozianti, avevano denunciato i  mafiosi che gli chiedevano il pizzo, ma le conseguenza di questo atto coraggioso erano inevitabili. In particolar modo, la denuncia di Giordano fu esposta nei confronti del ventenne Ivano Rapisarda, detto “Ivano Pistoia”, che si era presentato in uno dei suoi negozi nel tentativo di estorcere una somma pari a 5 milioni di lire. Erano anni di piombo e carneficine, ma ciò non mise un freno ai valori della gente perbene.

Secondo quanto riportato dai collaboratori di giustizia, il nome di Giordano fu sorteggiato tra quello di altri colleghi quando si doveva decidere chi sarebbe stato ucciso per primo. La notte dell’uccisione, il commerciante cinquantacinquenne aveva chiuso il negozio ed era rientrato a casa con il figlio Massimo. Sceso dalla macchina, si ritrovò dinanzi ai due killer a bordo di un vespino bianco che, avvicinatisi, spararono numerosi colpi centrando in pieno Gaetano e ferendo Massimo alla gamba.

I mandanti dell’omicidio sono stati assicurati alla giustizia e condannati all’ergastolo dalla Corte di Assise di Caltanissetta nel 1996, tra gli esecutori materiali Amodei Sebastiano è stato condannato all’ergastolo e Di Stefano, Lo Presti, Panasia sono stati condannati a pene di reclusione che vanno da tredici a ventidue anni dalla Corte di Assise di Caltanissetta nel 1999. Il minore Marino è stato condannato dal Tribunale per i minorenni di Caltanissetta alla pena di 16 anni nel 1995.

Non si trattava di una semplice punizione verso chi aveva denunciato, ma un monito per gli altri lavoratori a non seguire lo stesso esempio. Ciò non ha impedito a chi crede ancora nella giustizia a portare avanti la lotta contro le mafie. Nel 2005, da un’idea di Tano Grasso che ha coinvolto numerosi imprenditori locali, è nata l’associazione F.A.I. Antiracket dedicata proprio a Gaetano Giordano. Ad oggi è una delle associazioni più attive in Italia, con a capo il presidente Renzo Caponetto e che vede Franca Evangelista, moglie di Giordano, come presidente onorario. Tanti i convegni, gli eventi e i progetti che l’associazione manda avanti con le forze dell’ordine per garantire un futuro migliore alla città.

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