La Nave Greca di Gela “sbarca” a Forlì a narrare di Ulisse
Inaugurata oggi la mostra intitolata Ulisse, l’arte il mito che si terrà ai Musei San Domenico di Forlì fino al prossimo 21 giugno. Tra i reperti d’eccezione, nell’ex chiesa di San Giacomo collocata accanto ai musei, vi sarà esposta anche parte della nave greca e gli ottantasei lingotti di oricalco appartenenti al Museo Archeologico di Gela.
Attraverso una vastità di reperti e opere d’arte, la mostra racconterà il mito di Ulisse che nel corso dei millenni ha influenzato la cultura mediterranea e si è esteso anche a livello globale. Oltre a rappresentare un tipo di interesse letterario e storiografico, il mito del Re di Itaca è stato fin dall’antichità, passando per il Medioevo e arrivando ai giorni nostri, una fonte di ispirazione artistica che ha da sempre affascinato la cultura occidentale. Nei secoli è stato illustrato nelle tante correnti artistiche che si sono susseguite, dal Rinascimento al Romanticismo, al Simbolismo, passando per il neo-classicismo e il naturalismo fino alla cinematografia contemporanea. Basti citare, tra gli esempi, il film di Stanely Kubrick 2001: Odissea nello spazio. Ulisse, il cui vero nome era Odisseo (che in greco significa “colui che è odiato”) ha influenzato anche la letteratura: ne sono esempi l’Inferno di Dante, la Gerusalemme liberata di Tasso, il Moby Dick di Melville, e l’Ulysses di Joyce.
Nei giorni scorsi oltre 20 mila i biglietti staccati per far ammirare i reperti esposti in Emilia-Romagna collaborazione con la Regione Sicilia. In questo viaggio storico e culturale, l’ossatura della nave greca rinvenuta la prima volta nel mare di Contrada Bulala nel 1988, rappresenta uno degli oggetti di attrazione principali. Dopo il ritrovamento i resti furono restarauti in Inghilterra. Un’indagine archeologica durata oltre vent’anni, ma probabilmente non è ancora terminata poiché i fondali di Gela celano ancora molti tesori. Tre in totale le navi recuperate nel corso degli anni, ma il mare non smette di riserbare molte sorprese. Datata tra il VI e il V secolo a.C., essa è stata realizzata proprio con la tecnica descritta da Omero nell’Odissea in riferimento all’imbarcazione di Ulisse. A Gela viene conservata dentro delle casse di legno in attesa che vengano attuati e ultimati i lavori per il Museo del Mare di Bosco Littorio, dove troverà definitiva collocazione.
Assieme ai resti della nave anche parte del carico, tra cui una cesta di vimini, un elmo corinzio, e i famosi lingotti di oricalco, la lega rara di cui secondo Platone erano rivestite le mura di Atlantide. Il carattere leggendario di questo metallo pregiato ha fatto sì che la notizia della scoperta dei primi quarantasette lingotti, avvenuta nel 2014, facesse il giro del mondo. Tre anni dopo ne furono scoperti altri trentanove.
La mostra Forlì è curata da Gianfranco Brunelli, direttore delle Grandi Mostre della Fondazione Cassa dei Risparmi. L’evento rappresenta una tappa attrattiva per i turisti di tutti il mondo che nei prossimi mesi si recheranno a forlì e avranno testimonianza delle bellezze di cui dispongono i litorali gelesi.