U “paliantino”
Ristaju cca vucca aperta.
U pagliantinu,
L’arbilu cco sapuni bjatu a mari,
Cchi ppa Maronna a Manna fa gghjucari
Dopo tanti anni, u bjaru o magazzino?
Nun ci su sordi, dicinu o comuni,
E i cosi vecchi si pònu iccari.
Rivvigghiti, gilisi, nesci l’ugna!
Ripigghiti l’amuri da to storia!
Lèvici u mazzu a cu cerca a gloria
Lassannu sto paisi ‘n-mezzu a rugna.
A cu ti dici u passatu scorda
Nun dari cuntu: dacci un pezzo i corda.
Rocco Vacca
Ogni anno, nei giorni del 6, 7 e 8 settembre, ovvero in occasione delle celebrazioni per la festività di Maria SS d’Alemanna, il popolo gelese si raduna sulla spiaggia del lungomare per il gioco del paliantino, “u paliu a ‘ntinna”.
Una cuccagna disposta orizzontalmente, e sorretta da due cavalletti rudimentali altri circa due metri, viene posizionata in riva al mare; la gara d’abilità che ciascun partecipante dovrà affrontare consiste nel camminare sulla cuccagna (cosparsa di grasso e sapone) per prendere la bandierina posizionata sull’estremità opposta rispetto a quella di partenza. Verranno premiati i concorrenti che riescono a superare la sfida senza cadere in acqua.
Nel corso dei decenni, centinaia di gelesi sono accorsi entusiasti ad assistere alla tradizione. Il paliantino (talvolto detto anche “pagliantinu”), dunque, viene visto come uno degli eventi estivi più attesi dell’anno, in cui sportività, gioco e allegria si fondono con il sentimento devoto per le celebrazioni della Patrona della città. In passato, come testimoniato anche dai versi del poeta Rocco Vacca, la manifestazione non è stata portata avanti per mancanza di fondi, ma la tenacia dei gelesi e di alcune istituzioni hanno fatto in modo di ripristinarla negli anni successivi.