A sima
La rubrica dedicata ai giochi di una volta nasce con l’intento di far conoscere ai più giovani come, i propri genitori, trascorrevano piacevoli giornate, ricorrendo a giochi semplici che, ahimè, rischiano di perdersi nella memoria.
Quando gli smartphone o i tablet non erano ancora nati, i ragazzi trascorrevano ore e ore per le strade, in compagnia di combriccole di amici, all’insegna del sano divertimento.
Si ricorreva a giochi semplici, giochi realizzati con materiale povero, giochi scaturiti dalla fervida fantasia.
Ci si divertiva così, all’aperto, senza spendere soldi, senza distinzione di ceti, socializzando tutti, dando sfogo a tutte le irrequietezze e ricercando quella libertà che nelle case non si poteva certamente avere.
Sarebbe auspicabile far conoscere ai ragazzi di oggi i giochi semplici del passato, e poter far rivivere così le emozioni dei vecchi e sani giochi di una volta!
Oggi “iucammu a sima”
Oggi non si trovano sicuramente più bambini che, armati di gessetto, disegnano sui marciapiedi i riquadri del gioco della “sima”.
Era un gioco preferito soprattutto dalle bambine e consisteva nel disegnare a terra dei riquadri numerati legati da uno schema.
Si poteva giocare dai due a più giocatori.
Ogni bambino era munito di un sassolino, possibilmente piatto, che doveva lanciare inizialmente sulla prima casella.
Da li, si procedeva a saltellare in base allo schema disegnato, con un solo piede di casella in casella, e cercare di arrivare sino all’ultima; ovviamente nei riquadri con due caselle affiancate orizzontalmente si potevano appoggiare entrambe i piedi.
Arrivati all’ultima casella si effettuava un mezzo giro su se stessi, e si procedeva a fare il percorso inverso recuperando sempre in equilibrio, il sassolino lanciato precedentemente.
Se veniva calpestata una linea o se si perdeva l’equilibrio, il turno passava al giocatore successivo.
Vinceva chi riusciva per primo a contrassegnare col proprio sassolino tutte le caselle, completando tutto il percorso.
I pomeriggi trascorsi a giocare a “sima” , rappresentavano indubbiamente momenti di gioia e spensieratezza, e nel contempo, passare delle ore a saltellare all’aria aperta rappresentava un’ottima attività fisica.