Luoghi dello sbarco: l’ex aeroporto di Ponte Olivo
Gli appassionati di storia contemporanea e di archeologia militare risalgono facilmente a Gela per ripercorrere le tappe dello Sbarco. Tuttavia, non tutti conoscono la storia dell’ex aeroporto di Ponte Olivo e del cimitero che venne costruito lì accanto.
Nel primo ventennio fascista, la Regia Aeronautica fece costruire a Gela un aeroporto militare nei pressi di Ponte Olivo, situato lungo l’odierna SS 117 bis. L’aeroporto fu inizialmente base per il 41° Stormo nel 1939 e poi, nel 1942, per il 102° Gruppo Tuffatori, guidato dal comandante Giuseppe Cenni. Fu utilizzato principalmente per i bombardamenti contro Malta. Tuttavia, l’area viene più facilmente ricordata per gli scontri avvenuti durante l’Operazione Husky.
In seguito allo sbarco in Sicilia degli alleati, nel 1943, la base fu dapprima bombardata e poi occupata fino all’anno successivo.
Nei pressi dell’aeroporto fu costruito un cimitero di guerra che conteneva le salme di quasi 7000 soldati. Di questi, poco meno della metà erano americani e 500 erano i tedeschi. In più, vi erano quattro donne, di cui due tenenti e due crocerossine. Nel 1947, buona parte queste poi vennero esumate e trasportate nel paese d’origine. Le restanti, vennero trasferite nel cimitero americano di Nettuno. Lì in prossimità, vennero costruiti anche dei rifugi antischegge, delle strutture in cemento armato lunghe 7 metri con dei corridoi a zig-zag.
Negli anni successivi, l’aeroporto divenne privato, ad uso esclusivo di ENI. L’ultimo volo si registra nel 1962, anno della morte di Enrico Mattei, che decollò per l’ultima volta assieme al pilota Irnerio Bertuzzi.
Tra gli anni ’90 e il 2000, fu presentato un progetto che voleva rendere l’aeroporto di Ponte Olivo un aeroporto civile, che avrebbe preso il nome di Aeroporto del Golfo Federico II. L’idea era quella di realizzare una pista di 2300 su un’area di 500 ettari. Nonostante il consenso di ENAC, il progetto non è mai stata portato a termine dalla politica locale. Successivamente, si è proceduto con la costruzione dell’aeroporto di Comiso “Pio La Torre”, inaugurato nel 2013.
Ad oggi, l’area non è facilmente individuabile poiché i terreni su cui poggiava vengono utilizzati a scopo agricolo.