Il congresso di pace 424 A.C.

6 Settembre 2016
gela antica

IL CONGRESSO DI PACE DEL 424 A.C.

La seconda metà del V sec. a.C. è caratterizzata dal collasso delle tirannidi in Sicilia, come annotò lo stesso Aristotele nel Politica, dovuto a lotte intestine tra elementi della stessa famiglia al governo. Si chiudeva dunque l’epoca dei Dinomenidi e degli Emmenidi. Tutta la Sicilia -scriveva Diodoro Siculo- fece grandi progressi in prosperità, vivendo in pace e coltivando terra fertile, e grazie all’abbondanza dei frutti, i sicelioti crebbero in ricchezza e prosperità. È in tali condizioni che si verificò a Gela una nuova crescita sia economica che culturale. Alla fine del 433/432 a.C. l’alleanza tra Atene e le città di Segesta, Reggio e Leontini, prefigurava una possibile invasione ateniese in Sicilia e una riscossa da parte dei siculi a discapito delle poleis greche. Gela dopo aver firmato un armistizio con Kamarina invitò le città “siceliote” ad un congresso di pace, il primo storicamente riconosciuto dalle fonti storiche. Il Congresso si svolse a Ghela nel 424 a.C., dove i delegati di tutte le poleis stipularono una pax siceliota sull’onda del famoso “discorso di Ermocrate”.

 

LA SPEDIZIONE ATENIESE

 La pace durò pochi anni… nel 415 a.C. infatti, all’arrivo della potente flotta ateniese in Sicilia, le città siceliote erano divise tra filo-ateniesi e filo-siracusani; Gela si schierò con Siracusa, la quale dopo tre anni di aspri scontri ed un assedio continuato, grazie agli aiuti arrivati per tempo da Sparta e Corinto, sconfisse totalmente l’esercito “invasore”. In tale occasione a Gela venne coniato un didramma d’argento, oggi presente all’interno del Museo Archeologico Regionale di Gela, riportante sul rovescio il dio fluviale in forma umana, nel dritto un cavaliere in combattimento.

LA MINACCIA CARTAGINESE

Negli avvenimenti che si erano susseguiti, Cartagine che occupava la parte occidentale dell’isola era rimasta a guardare in attesa di avvenimenti a suo favore. Era ancora vivo il ricordo della Battaglia di Himera del 480 a.C., uno scontro che vide le poleis greche guidate da Gelone trionfare sulla potenza punica, arrivando addirittura ad uccidere il generale che li guidava. Nel 407 a.C. i Cartaginesi sbarcarono in Sicilia con un esercito forte di trecentomila uomini (secondo Diodoro Siculo) al comando di Annibale ed Imilcone. Le prime città a cadere furono Selinunte, Himera e Agrigento, i punici si apprestarono dunque a marciare verso Gela, la quale chiese aiuto agli alleati tra cui Siracusa.

L’ASSEDIO DI GHELA

La colonia corinzia rispose inviando il proprio esercito al comando del giovane ed astuto generale Dionisio, il quale unì le proprie truppe a quelle gheloe guidate dallo spartano Deuxippo. Il generale siracusano trovò una città dilaniata da lotte intestine che vedeva da una parte il Demos e dall’altra gli Aristocratici; decise di schierarsi con i primi mettendo a morte alcuni aristocratici e confiscando le loro proprietà, lo stesso Deuxippo fu messo da parte e rimandato in Grecia. Nella primavera del 405 a.C. Imilcone marciò alla volta di Ghela e Kamarina e dopo aver devastato il territorio circostante mise d’assedio Ghela. Dionisio (come ci riporta Diodoro Siculo) decise di dividere l’esercito in tre parti per attaccare l’accampamento cartaginese in contemporanea sui due fianchi e al centro. Tale strategia che sulla carta risultava essere vincente, si dimostrò fallimentare, in quanto l’avanzamento delle tre colonne non fu coordinato. Non rimaneva altro che ritirarsi, lasciando la poleis al saccheggio delle truppe cartaginesi. Per la prima volta dopo tre secoli dalla sua fondazione, Ghela venne conquistata e data alle fiamme.

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