Una fase di passaggio
Dopo la distruzione della città greca di Gela poco o nulla ci viene riferito del destino dei suoi abitanti e del territorio che essi abitavano. Sappiamo soltanto che gran parte della popolazione superstite venne deportata dal tiranno di AgrakasFinzia in una nuova città che portava il suo nome, Finziade, e che i geloi non ebbero più la possibilità di ritornare nella loro patria per ricostruirla e ripopolarla.
Ricerche archeologiche hanno però rilevato la presenza in un periodo successivo di casolari e fattorie, segno che le campagne non erano state del tutto abbandonate
Insediamenti di epoca tardo romana e bizantina risultano presenti a poca distanza dall’antica città greca con il nome di refugia o praedia.
Un insediamento sorgeva a Casa Mastro, presso la Diga Grotticelle, inoltre, la scoperta di tegole con bollo CAL/CALV ha suggerito la localizzazione nell’area della MansioCalvisiana estesa fino alla costa e segnalata nell’Itinerarium Antonini che collegava Catania ad Agrigento.
Le aree citate tra il 590 ed il 630 d.C. le ritroviamo tra le proprietà della chiesa citate nel Registrum delle epistole di Papa Gregorio.
Dovremo attendere la fase normanna (XI-XII sec. d.C.) per avere maggiori informazioni, grazie allo storico e cartografo Idrisi il quale scrive:
Da ‘Iblàtasah viene il Nahr’al (Fiume del miele)
Esso bagna la parte occidentale del territorio di ‘Salìàtah (Grassuliato),
e mette foce a dodici miglia da Manfria.
con il nome di Uadi-as-Sawari (Fiume delle colonne)
Dalle sue parole è possibile affermare che l’area dove sorgeva l’antica Gela era definita “fiume delle colonne” e che gli elementi più evidenti erano resti di antichi templi o colonnati. L’unico insediamento mensionato è Manfria, a pochi km dai resti della città greca e che sappiamo attivo già da epoca bizantina (VI d.C.)
Occorrerà dunque aspettare la fondazione di Eraclea da parte di Federico II di Svevia, una nuova città sui resti della gloriosa Gela greca.
Direttore Gruppo Archeologico Geloi, Segretario Regionale Gruppi Archeologici d’Italia, Direttore Mediterranean International Centre of Studies, membro dell’Accademia Enrico VI Hohenstaufen, Saggista e Scrittore.