Il centro storico e le porte della città medievale
Così veniva descritta la Città di Gela nel ‘700: “sopra una collinetta di facile accesso, circonvallata di muraglie, e solo vi si entra per quattro porte: una che risguarda a ponente si nomina del Salvatore, quella che risguarda a levante volgarmente si dice Porticella, sebbene il suo proprio nome sia quello di Prenestina; la terza che risguarda il mare di mezzogiorno e si dice Marina, e la quarta che risguarda a tramontana si dice Caltagirone, probabilmente perché risguarda la città di tal nome. Da qualunque di queste porte, eccettuata marina Marina che ha malagevole l’uscita, si può entrare ed uscire anco con galessi e carrozze “.
Vi era dunque una porta a Nord, di fronte il Castelluccio (Porta Caltagirone), due all’estremità del corso (Porta Vittoria e Porta Licata) e una a Sud (Porta Marina). Sempre a sud vi era poi un’altra piccola porta detta dello Sperone, utilizzata soprattutto da pescatori e marinai.
Eraclea Terranova, la città fondata da Federico II nel 1233, sorgeva lungo il tratto della “via pubblica” nota dall’antico Itinerario Antonini, ed occupava l’area della città classica di Gela, lasciando ad Est l’acropoli, ad Ovest le necropoli e l’abitato di età ellenistica.
Secondo gli studi portati avanti da Salvatore Scuto, per la ricostruzione dell’impianto federiciano di Terranova, risulta particolare il rapporto tra la città e il Castelluccio, in asse con la principale strada trasversale di Gela: l’attuale via Navarra Bresmes.
Scuto, inoltre, ipotizza la suggestione di un’implicazione antropomorfa, nell’impianto urbano della città: la testa del Castelluccio, le braccia del corso e le gambe delle due porte medievali.
Delle antiche vestige della città medievale rimangono ancora numerose tracce che attendono di essere valorizzate.
*fonte: Libro Museo Archeologico, Catalogo a cura di Rosalba Panvini.