Purpette di neonata
Forse non tutti sanno che questa ricetta ha origini ben remote.
Archestrato di Gela, eccelso gastrofilo, vissuto nella seconda metà del secolo IV a. C in Sicilia, per l’appunto nella ricca e austera Polis di Gela, già nei secoli scorsi, suggeriva di gustare del novellame di pesce in una sua famosa ricetta chiamata “Teglie di minutaglie” : “Riscaldare l’olio, aggiungere il trito di odori e, quando è rosolato, gettarvi la minutaglia e gli anemoni tagliati a pezzi minuti e, al primo sfrigolio, precipitarsi a mettere nel piatto di portata questi infinitesimali pesciolini” (cit. Archestrato, Hèdypatheia)
Per Archestrato il modo migliore per gustare questi minuscoli pescetti era quello di passarli in un soffritto di odori e di aggiungervi anche alcuni anemoni di mare.
Dato il poco calore necessario a cuocere questi pescetti e anemoni, consigliava di toglierli via dalla teglia non appena iniziavano a “sfrigolare”
Ancora oggi, i “purpetti di neonata” rappresentano un piatto sfizioso e gustosissimo, poiché in loro è conservato tutto il sapore del mare, intenso e delicato, profumato di alghe e salsedine. Gustarle è una vera goduria.
Ingredienti per 4 persone:
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Neonata: 600 g
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Uova: 2
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Pecorino grattugiato: 1 Cucchiaio (a piacimento)
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Farina: 1-2 Cucchiai
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Ciuffo di prezzemolo
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Olio extravergine d’oliva: q.b.
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Sale e pepe: q.b.
Dopo aver lavato bene la neonata, asciugatela con cura e riponetela in una ciotola.
In un’altra ciotola sbattete le uova, aggiungendo la farina e successivamente unire il pecorino (per chi lo gradisce), il prezzemolo tritato e aggiustare poi con sale e pepe.
A questo punto unire al composto la neonata e mescolare in modo da amalgamare bene il tutto.
In una padella, versare abbondante olio extra vergine di oliva, e non appena l’olio comincia a “sfrigolare”, versate, aiutandovi con un cucchiaio la neonata.
Friggete la neonata da entrambi i lati, con l’accortezza di girarla non appena inizia a dorarsi, dato che richiede pochissimo tempo di cottura.
Gustatele e assaporatele , potrete sicuramente ammettere che “hannu ù sapuri do mari ! ”
Ed è proprio così, tanta bontà data da questo piccolo pesce dei mari siciliani.